8 marzo
La mimosa che conosciamo come tale (esiste una specie a fiori rosa), acacia dealbata, è il simbolo dal 1946 della festa della donna.
Secondo il mito, nei pressi della fabbrica newyorkese che andò a fuoco, in cui persero la vita tante donne, cresceva proprio un albero di mimosa. Inizialmente il fiore scelto fu la violetta ma essendo difficile da trovare, oltre che molto costoso, Rita Montagnana, moglie di Palmiro Togliatti, Teresa Noce e Teresa Mattei decisero di adottare la mimosa, che fiorisce nei primi giorni di marzo e quindi di più facile reperibilità.
In realtà il legame tra donne e mimosa è più antico: già nell'Ottocento in Inghilterra le ragazze ne appuntavano un rametto sulla giacca come segno di femminilità e ancora prima il mito sembrerebbe originarsi dalla storia della regina Azar di Tasmania, terra di origine della pianta.
La leggenda parla di una giovane regina con i capelli d'oro, timida e di delicati modi, sposa di un re cruento e guerriero. In sintesi la sua personalità gentile non le permette di fare valere i propri diritti di moglie e di madre anche rispetto alla famiglia del re e alla sua, obbedendo a tutto, inganni compresi. Scacciata troverà un nuovo principe gentile come lei ma il suo amore di madre la porterà a ricercare i suoi figli e, nuovamente sconfitta e umiliata dal re, a trasformarsi in una pianta radicata vicino all'oggetto del suo amore: la regina infelice dopo tanta obbedienza e remissività, avrebbe potuto finalmente far valere la propria volontà.
Questa la leggenda ma ci sono elementi nel gesto della pianta che la fanno essere vicina all'espressione femminile dell'essere, a prescindere da una considerazione di genere che mai dovrebbe esistere...
- sensibilità
Dall'origine del nome Mimus che vuol dire mimo e si origina dalla capacità delle foglie di chiudersi in sé se disturbate, copiando un mimo che cambia atteggiamento a seconda della scena e quindi degli stimoli esterni. Questo denota una sensibilità importante unito anche a un senso di pudore e innocenza nei confronti del mondo circostante.
- delicatezza/esuberanza
Dal fiore che sono tanti batuffoli gialli soffici come piccole palline di cotone. Una delicatezza che però non è flebile ma lascia il segno, il polline che è esterno e "macchia" perché una volta che si è scoperto l'amore, il suo segno è difficile da poter cancellare.
- attrazione
La pianta fiorita non passa inosservata anzi, grazie alla moltitudine dei fiori distribuiti nelle propaggini dei rami e dal profumo importante che da essi viene emanato, attrae insetti impollinatori.
Il potere femminile che attrae l'altro per poter tornare all'Uno.
- solarità
I fiori, come tanti piccoli soli, esprimono la parte maschile inglobata. Questo significa che il vero femminile si esprime quando c'è un giusto rapporto di equilibrio con la nostra parte maschile e ciò spiega come un fiore all'apparenza "maschio" sia il compimento di una pianta "donna" con poi semi a baccello ancora dall'aspetto maschile. Tutto è armonia nel macro e nel particolare e la Natura lo sa a perfezione.
- forza
La pianta resiste al gelo moderato, a brevi siccità e il suo apparato radicale non viene distrutto dagli incendi e può quindi rinascere in breve tempo rigenerandosi.
Quindi è simbolo di forza per superare ogni difficoltà e ricominciare un nuovo percorso di vita rinnovati fin nel profondo.
Commenti
Posta un commento