6 aprile: fiore della memoria terremoto L'Aquila
La decisione immagino che sia stata presa per ragioni di diffusione della pianta in quella specifica zona che da L'Aquila va verso Navelli, paese principe della produzione dello zafferano a livello nazionale, non credo personalmente che ci siano state ragioni simboliche nella scelta.
In ogni caso vediamolo nello specifico attraverso l'osservazione del gesto e dei rimedi derivanti dal fiore, famosissimo per pregiatezza nell' uso alimentare.
Solo conoscendolo potremmo accoglierlo come simbolo, non tanto per rievocare la sofferenza, le ingiustizie, il disastro legati a quell'episodio tragico di un passato non troppo lontano ma per collegarci all'energia del luogo magico che è L'Aquila nella storia e nella gente che dalla sofferenza è rinata a nuova vita.
Una trasformazione che passa dal colore viola del fiore con all'interno il segno del fuoco, 3 stimmi da cui si ottiene lo zafferano vero e proprio, non a caso 3 che lo differenziano dalle specie velenose e mortali, di un giallo acceso, vivo e che seccati diventano arancio/rossi, capaci di colorare e energizzare le sostanze con cui vengono a contatto. Un viola che si ripete in un calice formato da sei petali a forma di goccia, un crigiuolo archetipale contenente il fuoco vivo della Trinità e della trasformazione capace di cambiare il destino di un territorio difficile, impervio, martoriato ma in grado di risorgere e di volare in alto solo se capace di farlo secondo regole di equilibrio e armonia (i 6 petali). Questo significa che la trasformazione debba avvenire con misura: non stando fermi e aspettando un salvatore esterno ma rimboccandosi le maniche e ricostruendo se stessi con ordine naturale senza oltrepassare i limiti. Ricostruire l'ambiente per ricostruire ordinatamente se stessi e portate luce e manifestazione dal bianco e freddo dell'inverno dell'anima quando essa è provata da condizioni non semplici.
Tale esigenza di equilibrio nel fare e nel progettare si rileva anche dall'uso della pianta che ha diversi benefici fitoterapici ma da utilizzarsi con moderazione causa la consistente tossicità presente. Ha proprietà digestive, è in fase di studio l'utilizzo in malattie neuro-degenerative e viene utilizzata nelle medicine cinese e ayurvedica. L'elevata tossicità comunque la relega ad un uso quasi esclusivamente alimentare come colorante raro e prezioso, in quanto la produzione è esigua in proporzione al fiore fresco, si parla dell'utilizzo di 1000mq di terreno coltivato con circa 150.000 fiori da cui si ottiene circa 1 kg di prodotto essiccato.
Quindi un simbolo azzeccato che fotografa bene L'Aquila e la sua energia, osservandolo potremmo connetterci ad essa vivificando e ottenendo per noi tale forza di rinnovata vita.
NOTE:
-Gli usi fitoterapici sono stati estrapolati dalla rete e non hanno nessun riscontro reale, l'eventuale utilizzo è pertanto sconsigliato senza un accurato parere specialistico.
-Il simbolo è stato rielaborato personalmente dall'osservazione diretta della pianta. Esiste una leggenda greca che parla di un amore impossibile tra un umano e una ninfa. Per compassione degli dei ci sarà la consueta trasformazione degli amanti in piante per permettere un amore eterno ma in questa sede si è voluto sottolineare più che altro il gesto che lega il fiore al simbolo che rappresenta nell'attualità.
Mimì
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